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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

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In coma dopo banale intervento a un dente, il parere di Smiroldo

Il vice responsabile per la Sanità  dell’Italia dei Diritti:

“Massima vicinanza al coraggio della moglie. Il primario si assuma le sue responsabilità, la magistratura proceda con velocità e non con le calende greche”

 

Roma –  Ennesimo caso di malasanità in Sicilia. Un anno fa un uomo viene ricoverato all’Ospedale Garibaldi di Catania per rimuover due punti metallici applicati dopo l’estrazione della radice di un dente.  In apparenza una banale operazione, invece qualcosa va storto. L’uomo si risveglia solo per quindici minuti, e poi entra in coma. Ad un anno di distanza parla la moglie che denuncia le istituzioni per non aver ricevuto né giustizia né assistenza,  e chiede  solo di interrompere la vita vegetale del marito, definendosi pronta ad affrontare una battaglia sull’esempio di Beppino Englaro. Sulla delicata vicenda si esprime Luigino Smiroldo, vice responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti, che fatica a nascondere tutto il suo sdegno: “In Italia esistono le specializzazioni proprio per evitare che un ortopedico faccia il cardiologo e viceversa. Togliere i punti, le graffette sulle gengive senza il parere dello specialista è stata una leggerezza che ha avuto un costo enorme”. L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro punta il dito contro l’artefice di tanta incoscienza: “Il primario è chiamato ad assumersi le sue responsabilità davanti ai magistrati. Auspichiamo che la magistratura proceda con velocità e non con le calende greche”.

Se non arriverà un’adeguata risposta da parte delle istituzioni, se lo Stato non si fa carico della cura e dell’assistenza dell’uomo in stato di coma vegetativo, la moglie ha già consultato diversi legali per tentare di staccare la spina.  Smiroldo affronta il delicato tema dell’eutanasia, rinnovando la sua vicinanza alla volontà della donna: “Se sussistono tutti gli estremi, la scelta dolorosa di questa moglie deve essere avvalorata e sostenuta. Mi auguro – conclude l’esponente dell’Italia dei Diritti – che non si ripetano i tempi biblici del caso di Eluana Englaro”.

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