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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

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Esclusione lista PdL da Regionali Lazio, De Pierro invoca rispetto della legge

Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Una conduzione così dilettantistica nella presentazione delle liste denota incompetenza e incapacità di gestione

 

Roma – “È sicuramente triste quanto insolito assistere a una esclusione di questo tipo, e in qualche modo ciò potrebbe disegnare uno scenario elettorale privo di una lista competitiva e rappresentativa come quella del PdL. Però, eccezion fatta per queste considerazioni da cittadino, la vicenda ha messo in evidenza un’incapacità gestionale preoccupante da parte di un partito che da ormai due anni afferma di governare l’Italia, anche se poi nei risultati, eccetto i proclami, tali affermazioni non trovano riscontri apprezzabili”. È quanto dichiarato dal presidente dell’Italia dei Diritti, Antonello De Pierro, che esplicita pubblicamente la sua posizione sulla possibile esclusione della lista dei candidati della provincia di Roma del PdL, che risulta a tutt’oggi non ammessa alla competizione elettorale per irregolarità nei tempi previsti sulla consegna delle opportune documentazioni. Dopo il rigetto dell’istanza di riammissione, per il partito del premier e la sua candidata alla presidenza del Lazio, Renata Polverini, c’è la possibilità di presentare ricorso all’Ufficio centrale presso la Corte d’Appello.

 

“Alla luce dei fatti – rimarca il numero uno del movimento in difesa dei diritti civili – una conduzione così dilettantistica di un passo molto importante quale quello della presentazione delle liste denota incompetenza e incapacità di gestione. Perciò, non ritengo all’altezza gli eventuali eletti di questa lista di poter aspirare al governo di una regione complessa e problematica come il Lazio, nonostante i tanti soldi spesi dai numerosi candidati, che fanno pensare più a un investimento di promozione aziendale che non a una competizione dove spicchi la capacità di autodeterminazione da parte degli elettori”.

 

Poi, entrando nel merito della vicenda il leader dell’Italia dei Diritti attacca: “Va da sé che, qualora le regole non siano state rispettate, come sembra, sia giusta l’eliminazione di tale lista dalla tornata elettorale. Credo, inoltre, che anche chi è deputato a decidere dovrà basarsi su dei fatti concreti e inoppugnabili, e quindi, se tutto corrisponde a quanto riportato dagli organi di informazione, la decisione non potrà che essere quella della definitiva esclusione. Mi auguro – conclude De Pierro con tono polemico – che non intervenga qualche provvedimento ‘ad listam’, dopo che la parte politica in questione ci ha abituati, per lunghi e tristi anni, al fenomeno tutto italiano delle leggi ad personam”.

 

Sevel nega cassa integrazione ad operai abruzzesi, la Alfieri indignata

La viceresponsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti: “Lo stop alla produzione non dipende dai lavoratori, ingiusto che siano loro a rimetterci”

 

 

“E’ assurdo che dopo quasi un anno si parla ancora di riedificazione, sono fermamente contraria alla politica del presidente della Regione Abruzzo Chiodi, ora anche nuovo Commissario Acta per la ricostruzione, perché fino ad ora è stato fatto troppo poco, si lavori per fornire soluzioni concrete e immediate per i problemi dei cittadini, soprattutto in tema di occupazione visto che secondo un’indagine della UIL l’Abruzzo è al secondo posto nella scala nazionale per la per perdita di posti di lavoro”. Queste le prime parole della viceresponsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti Concetta Alfieri in merito alla critica situazione descritta dalla UIL nel terzo rapporto su ‘Il disagio occupazionale nel paese’. Spiega l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “Nell’azienda Sevel che produce furgoni Fiat ci sono molti cassaintegrati. La produzione sembra essere ricominciata ma ci sono state delle sospensioni in alcuni giorni e gli operai sono rimasti inattivi perché non arrivavano pezzi poiché pare che la Sevel sia insolvente verso alcuni fornitori. Ma la cosa più grave è che per queste interruzioni l’azienda non farà ricorso alla cassa integrazione: ai lavoratori verranno scalate le ore dai permessi mentre quelli che non ne hanno più a disposizione non verranno pagati. Ovviamente i dipendenti non ci stanno. La Sevel – conclude la Alfieri - dovrebbe garantire a tutti la cassa integrazione. Se le assenze e lo stop alla produzione non dipendono da loro non è giusto che ci rimettano i lavoratori. Tutto ciò non deriva né dagli operai, né dalla crisi, il governo regionale faccia qualcosa di concreto per risolvere questi problemi”.

Fondi Sociali Europei per l’Abruzzo al vento, l’ira della Del Fallo

La viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Soldi preziosi inutilizzati danneggiano in modo irreversibile la condizione economica di una regione già in deficit per terremoto, scandali e crisi occupazionale”

 

 

“Il problema è che se soldi così indispensabili all’Abruzzo non sono stati spesi ciò è sinonimo del fatto che con molta probabilità i beneficiari di questi interventi, che presumibilmente vengono scelti a tavolino, questa volta non sono stati individuati con prontezza da quelle cariche istituzionali e politiche che ormai usano questi strumenti subdoli e deficitari per professione”. Questo il primo amaro commento della viceresponsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti Barbara Del Fallo alla notizia che, dei 317 milioni di euro di Fondi Sociali Europei a disposizione della regione per il periodo 2007-2013, ne sono stati spesi solo una cifra pari al 5 per cento e ciò che è peggio è che il tempo per poterne usufruire sta per scadere. Prosegue indignata l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “Il fatto che il restante 95 per cento della somma non sia stato usato danneggia fortemente in modo irreversibile, data la situazione politico-sociale e lavorativa della regione, la condizione economica già in forte deficit in conseguenza agli scandali finanziari legati al settore sanitario, al disastro economico causato dal terremoto e in seguito soprattutto alla crisi occupazionale che di giorno in giorno mette in ginocchio la forza-lavoro regionale. I nostri politicanti – conclude stizzita la Del Fallo - farebbero bene a ricordarsi almeno ogni tanto non di rinsaldare le proprie tasche ma di utilizzare questi fondi che per loro sono superflui, vista la posizione economica raggiunta, per creare nuovi posti di lavoro che sono - e qualcuno glielo dovrebbe ricordare se loro sono così ‘smemorati’ - il motore economico essenziale per garantire la sopravvivenza e la crescita di ogni società civile”.

Il cemento vince sull’estensione del parco dell’Appia Antica, lo stupore di Soldà

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “C’è bisogno di bloccare l’edilizia selvaggia per favorire il Piano Paesaggistico”

 

 

“Dovremmo invertire la rotta a tutela del territorio e dare autorizzazioni di intervento sul suolo col contagocce”. Questa la dichiarazione di Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti,  a seguito del testo varato dal Consiglio regionale del Lazio con cui si inaugura l’edificazione di 1.200.000 metri cubi di costruzioni lungo l’area che comprende il Divino Amore, la zona archeologica di Mugilla e i Castelli Romani. Zona che doveva invece essere destinata all’allargamento del Parco dell’Appia Antica. Continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “In questa maniera non si protegge nulla nonostante tutti i partiti dicano di farlo. Sono necessari vincoli alle costruzioni al fine di proteggere il paesaggio naturale dalle massicce e indiscriminate opere edilizie. Abbiamo perso una grande occasione, quella del Piano Paesaggistico a difesa di fiumi, frane e rischi di calamità naturali. La soluzione - conclude Soldà - consiste nell’evitare ulteriori colate di cemento che distruggono le bellezze del nostro paese”.

Anziana al buio per clamoroso errore Acea, la denuncia dell’Italia dei Diritti

Emiliano Varanini, viceresponsabile per la Tutela dei Consumatori del movimento: “L’azienda  è invitata a fare chiarezza nei confronti dei propri utenti”

 

Roma - “Vicenda assurda, che continua a ripetersi ciclicamente. L’azienda che gestisce l’energia elettrica nella città di Roma dovrebbe spiegare il perché di questi continui disservizi e attraverso quale modalità viene affrontata la politica dei conguagli arretrati sulle bollette della luce”.

 

Queste le dichiarazioni con cui Emiliano Varanini, viceresponsabile per la Tutela dei Consumatori dell’Italia dei Diritti, ha commentato la vicenda di una cittadina romana, M.S., che in una denuncia inviata al movimento guidato da Antonello De Pierro, accuserebbe Acea di non averle più spedito le bollette dei suoi relativi consumi dal momento in cui la stessa azienda avrebbe provveduto alla sostituzione dei vecchi contatori.

Dopo alcuni mesi di attesa, lo scorso dicembre la signora senza nessun tipo di preavviso si sarebbe vista staccare la luce. Contattato il call center dell’azienda si sarebbe scoperto l’errore commesso da Acea, la quale avrebbe inviato per mesi le bollette ad un indirizzo inesistente, un bizzarro via Salaria civico 0.

Nonostante l’evidente disservizio, secondo quanto segnalato dall’utente, le nuove bollette sarebbero giunte finalmente al giusto indirizzo con una messa in mora considerevole per non aver versato i precedenti importi.

 

“Siccome Acea non è nuova ad episodi del genere – conclude Varanini – invito tutti i cittadini che usufruiscono di questi sevizi a portare avanti una class action secondo l’articolo 141bis del nuovo codice di consumo. Facciamo valere i nostri diritti”.

Ex Tils senza lavoro e operai licenziati,lo sdegno della Sassone

La viceresponsabile per Roma dell’Italia dei Diritti: “La poca serietà delle aziende mette per strada 60 famiglie”

 

“Il caso Tils sta passando, come tanti altri in questo momento di crisi, sotto il più assoluto silenzio. I media, con i dovuti distinguo, sono molto più impegnati a fare gossip che a informare il paese sulle tragedie che si consumano ogni giorno”. Queste le parole di Antonella Sassone, viceresponsabile per Roma dell’Italia dei Diritti, in merito al disagio provocato da Telecom Italia per aver venduto una parte della TILS - ex  Telecom Italia Learning Services - alla società HRS, generando assunzioni parziali che hanno escluso quasi sessanta dei 160 lavoratori aquilani e romani. Spiega l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “Tils, come le più famose Eutelia e Alcoa, non è un’azienda in crisi anzi è una società che in un periodo di recessione mantiene un apprezzabile fatturato ma ciononostante viene smembrata da soggetti di dubbia moralità mediante i giochetti delle vendite fittizie, della cessione di un ramo d’azienda e delle mille scatole cinesi che servono solo a distruggere un’impresa facendo arricchire l’amico di turno. Purtroppo – conclude la Sassone -  dietro tutto ciò ci sono i lavoratori e le loro famiglie che si trovano senza occupazione, che gridano la loro rabbia con la speranza che lo Stato si assuma finalmente le sue responsabilità”.

A Mantova asilo per soli bimbi cristiani, la reazione di Criseo

Il responsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti: “In una scuola pubblica tutti i bambini, indipendentemente dal proprio credo religioso, devono essere bene accetti”

 

Mantova - “Attraverso questo regolamento, la scuola materna di Goito, comune guidato da una giunta di centrodestra, va a proporre un disegno educativo e di sviluppo della personalità secondo una visione cristiana creando una serie di problemi di tipo religioso e politico di cui francamente si può fare a meno. Non creiamo un problema proprio lì dove non dovrebbe esserci”.

 

Così Giuseppe Criseo, responsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti, reagisce alla provocazione lanciata dal consiglio comunale di Goito, paese del Mantovano, che ha varato un regolamento che ammette le iscrizioni alla scuola materna Angeli Custodi solo di bambini provenienti da famiglie che accettano l’ispirazione cristiana della vita.

 

“In una scuola privata si potrebbe fare di tutto e di più, ma in una scuola pubblica occorre un trattamento paritario e laico – dichiara l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – anche se la maggioranza degli italiani professa una fede cattolica non dobbiamo imporre agli altri il nostro credo religioso”.

Crimini ecologici controllati dal Capo Forestale a Napoli, interviene Di Mauro


Il viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti: “Salvaguardare l’ambiente dalla macro e micro delinquenza significa operare con preparazione

 

“Il sistema di videosorveglianza già esiste nel parco di Somma, il problema è la gestione dell’impianto”. In questo modo Angelo Di Mauro, viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti, manifesta il suo disappunto circa la richiesta del sindaco Allocca di inserire anche il comune di Somma Vesuviana nel Napoletano nel progetto di controllo ambientale, che, attraverso un sistema di monitoraggio informatico, misura 24 ore al giorno l’inquinamento delle acque, dell’area, della meteorologia e della sicurezza delle infrastrutture e dell’ambiente. Tale iniziativa è stata presentata dal comando provinciale del Corpo Forestale dello Stato, circa un mese fa,  per il cosiddetto ‘Triangolo della morte’ che comprende Marigliano, Acerra e Nola. Spiega l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro: “Salvaguardare una zona aperta a discariche e appuntamenti criminali prevede una struttura idonea e un personale qualificato e non credo che la Polizia Forestale sia in grado di farlo. Ci sono molte aziende che si occupano dell’istallazione di impianti di videosorveglianza, quindi il primo problema è  garantire gare ufficiali ed inoltre – conclude Di Mauro – c’è bisogno di  ottime sale di controllo fornite di squadre tecniche adeguate e non di impianti morti perché abbandonati a se stessi”.

 

 

 


Disastro ambientale nel Lambro, la disamina di Criseo

Il responsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti: “Situazione critica, si tratta di un inquinamento rischioso sia per gli uomini sia  per gli animali”

 

Monza - “La fuoriuscita di greggio dai serbatoi dell’ex raffineria Lombarda Petroli potrebbe avere degli effetti devastanti per gli abitanti dei comuni rivieraschi, oltre che per tutti gli animali che popolano le acque del Lambro e del Po”.

 

È attraverso queste dichiarazioni che Giuseppe Criseo, responsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti, commenta lo sversamento di 600 mila litri di petrolio nel fiume Lambro, provenienti dalla Lombarda Petroli di Villasanta, comune della provincia di Monza e Brianza.

I liquami hanno già raggiunto il Po all’altezza dei comuni piacentini.

La catastrofe sembrerebbe essere causata da un atto doloso dettato dalla speculazione edilizia dell’area in questione.

Protezione civile, vigili del fuoco e i tecnici dell’Arpa e di Brianza Acque lavorano per la realizzazione di sbarramenti per il contenimento e il parziale recupero del petrolio.

La Regione è sul punto di chiedere lo stato di calamità.

 

“Non dovrebbe essere difficile risalire agli autori di tale malefatta vista la quantità di greggio immesso nelle acque lombarde – sottolinea l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – e auspico per loro una pena esemplare commisurata all’entità dei gravi danni recati, i cui effetti si vedranno col tempo”.

Poliziotto ucciso a Milano per difendere ragazza, la Martino attacca il Governo

La responsabile meneghina  dell’Italia dei Diritti: “Inadeguate le misure quali ronde e giustizia fai da te, i cittadini chiedono forme di tutela concrete”

 

 

“Il fatto accaduto a Rho è un chiaro indicatore di alcune contraddizioni fondamentali come il  malessere dovuto all'instabilità, all'incertezza, all'incognita del quotidiano, in cui versano molti giovani e che sta assumendo proporzioni sempre più incontrollabili e che dà luogo ad atti inconsulti che talvolta giungono a epiloghi estremi come l’omicidio che si è verificato nella provincia milanese”. Queste le prime parole della responsabile per Milano dell’Italia dei Diritti Annalisa Martino sull’uccisione a Rho di un giovane da parte di un ex impiegato di banca causata da una rissa avvenuta perché l’assassino aveva molestato la fidanzata della vittima. Prosegue polemica l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “Quanto avvenuto dimostra l'assoluta inadeguatezza delle misure di ‘sicurezza’ finora adottate dal nostro Governo che, con iniziative quali ronde e giustizia fai da te, soddisfa il mal di pancia della gente  ma non garantisce l'effettiva tutela dei cittadini. Il fatto che l'aggressore sia un italiano e non uno straniero dimostra quanta demagogia ci sia nella denuncia gratuita e nella caccia all'untore che negli ultimi tempi si è scatenata contro gli immigrati. Ci suggerisce inoltre – conclude la Martino - che accanendoci contro i soliti capri espiatori si perdono di vista i veri e più seri problemi della gente. La parola d'ordine, prima ancora che ‘controllo’ e ‘repressione’, dovrebbe essere ‘prevenzione’ e, insieme a questa, ‘attenzione’ reale e non mistificata ai quesiti dei cittadini”.

 

 

 

 

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Ordinanze anti-buche nella Capitale, Soldà critica Alemanno

 

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Sono del tutto inutili, si pensi a garantire maggiore  trasparenza nelle gare d’appalto”

 

“Gli strumenti per il controllo della corretta esecuzione dei lavori pubblici esistono già, basterebbe applicarli con trasparenza”. Così il vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà si scaglia contro le ordinanze recentemente firmate dal sindaco Alemanno, inserite nel regolamento per gli scavi da parte di aziende di pubblico servizio. Queste prevedono tra l’altro la nomina di trentacinque ispettori con potere di elevare multe fino a cinquecento euro per lavori eseguiti non correttamente; le sanzioni possono essere comminate anche nei giorni successivi il termine dei lavori,  con l’obbligo inoltre in capo alle aziende di ripristinare in ogni caso il manto stradale. Si tratta dell’ennesimo tentativo di risolvere l’annosa questione delle buche di cui sono costellate le strade della Città Eterna. Una soluzione che per il vicepresidente del movimento presieduto da Antonello De Pierro, “rappresenta solo un’inutile duplicazione degli incarichi, dal momento che esiste già la figura del direttore dei lavori deputata al controllo sull’esecuzione degli stessi”. La questione, per Soldà, va risolta a livello normativo diversamente, “impedendo cioè alle società autrici di una cattiva gestione dei lavori di poter nuovamente partecipare alle gare d’appalto, da condursi con severità e trasparenza. Occorre inoltre – conclude Soldà -  rescindere i contratti con le aziende che operano male, come peraltro è avvenuto con la Global Service di Alfredo Romeo”.

 

 

 

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