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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

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Corruzione vigili urbani capitolini, De Pierro si incatena alla Rai di Saxa Rubra

Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Continuiamo le nostre iniziative di protesta sperando di aprire una breccia nell’ immobilismo sconcertante dell’amministrazione capitolina”

 

Roma, 22 marzo 2010 - “Non avendo ancora ricevuto alcun riscontro dagli organi competenti, la nostra protesta prosegue con maggior determinazione, perché la problematica incide negativamente sull’espletamento delle funzioni del pubblico impiego”. Con questa frase Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti, ha commentato il suo ultimo incatenamento davanti alla sede Rai di Saxa Rubra per sensibilizzare sul problema della rotazione intermunicipale dei vigili urbani e dei dipendenti degli uffici tecnici comunali romani. Da giorni il movimento è impegnato in una serie di azioni eclatanti che hanno interessato diversi luoghi della città ad elevata valenza istituzionale e informativa, tra cui Montecitorio, il Campidoglio,  l’edificio della Regione Lazio in via Cristoforo Colombo e le sedi romane dei quotidiani La Repubblica e Il Messaggero. L’ultimo in ordine di tempo è stato quello avvenuto davanti agli studi della televisione pubblica a Saxa Rubra, supportato da una considerevole fetta di opinione pubblica che ha apposto 30.000 firme a sostegno della battaglia e si è iscritta a un gruppo specifico sul social network Facebook, che conta alla data di oggi circa 4.000 membri. “Siamo sempre stati e saremo in prima linea nella tutela dei diritti dei cittadini – ha continuato De Pierro - e di fronte ad accadimenti che potrebbero lederli e conculcarli, non possiamo assolutamente rimanere indifferenti. Qualora la nostra proposta non venisse presa in considerazione in tempi utili, riterremo, come già precedentemente ribadito, politicamente responsabili i componenti della giunta Alemanno per qualsiasi vicenda relativa a tentate o consumate concussioni e corruzioni che danneggerebbero l'immagine dell'intero apparato degli uffici comunali. Se il primo cittadino  tiene davvero alla legalità, al di là dei meri proclami elettoralistici, non potrà esimersi dall'accettare di discutere le nostre proposte”.

 

 

Corruzione vigili urbani a Roma, De Pierro si incatena davanti a studi Mediaset

Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Continuerò a lottare per chiedere la rotazione intermunicipale dei vigili urbani , al fine di  evitare i continui tentativi di corruzione e concussione che ledono l’art.97 della Costituzione”


Roma –  “La mia battaglia continua imperterrita. Non avendo ricevuto nessuna risposta dagli organi competenti vado avanti, fermamente deciso a tutelare l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e a preservare l’immagine stessa del corpo dei vigili urbani e di tutto l’apparato dell’amministrazione comunale”. Nuovo affondo polemico di Antonello De Pierro durante l’ennesimo incatenamento di protesta, stavolta davanti la sede romana di Mediaset, in piazza dei Ss. Giovanni e Paolo, dove ci sono gli studi giornalistici del Tg5. Dopo le manifestazioni dello stesso tenore inscenate in diversi luoghi simbolo della città, di valore sia istituzionale sia informativo, tra cui il Campidoglio, l’edificio della Regione Lazio, le sedi capitoline dei quotidiani “La Repubblica” e “Il Messaggero”, gli studi televisivi di Sky Italia, il presidente dell’Italia dei Diritti rinnova la sua iniziativa plateale volta ad ottenere la rotazione intermunicipale dei vigili urbani e dei dipendenti degli uffici tecnici comunali di Roma.

 

“Da quando esistiamo – dichiara il leader del movimento nazionale – siamo sempre stati in prima linea nella tutela dei diritti dei cittadini. Quello che vogliamo è l’istituzione di una tavola rotonda sul tema del trasferimento dei vigili ogni tre anni, per evitare i continui tentativi di corruzione e concussione che ledono l’art.97 della Costituzione, secondo cui si garantisce l’imparzialità e la trasparenza nell’espletamento della funzione amministrativa. Infatti – rimarca De Pierro - siamo a conoscenza di situazioni illegali, che coinvolgono in attività illecite alcuni dipendenti della Polizia Municipale e degli impiegati delle U.O.T., particolarmente esposti a tentazioni di collusioni sul territorio che si manifestano in comportamenti riconducibili a omissioni e illeciti di vario tipo”.

 

Nel corso della sua campagna di protesta il numero uno dell’Italia dei Diritti ha invano provato a sollevare il problema di fronte alle autorità preposte, incluso il sindaco Gianni Alemanno che aveva demandato la risoluzione del problema all’assessore comunale al Personale, Enrico Cavallari, il quale tuttavia non ha affrontato la questione. Eppure a sostegno dell’iniziativa il movimento extraparlamentare ha raccolto oltre trentamila firme, mentre un apposito gruppo sul social network Facebook ha raggiunto circa quattromila iscrizioni. “Dinnanzi allo sciagurato immobilismo dell’amministrazione capitolina – sottolinea deciso De Pierro – continueremo a rivendicare la salvaguardia dei principi fondamentali del nostro ordinamento, non escludendo di ricorrere a modalità di lotta non violenta più clamorose ed incisive”.

Soldà appoggia protesta contro privatizzazione acqua a Roma

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Quello idrico un bene della collettività che deve essere tutelato e difeso”

 

Roma – In attesa della manifestazione nazionale organizzata per domani dal forum italiano dei movimenti per l’acqua, che lancerà una campagna referendaria in favore della gestione pubblica del servizio idrico, a piazza di Spagna è stata inscenata un’asta simbolica per la fontana della Barcaccia – coperta da tre striscioni azzurri atti a impedirne l’accesso così come avviene per l’acqua – che ha raggiunto la modica cifra di 130 euro. I flash mob – blitz dimostrativi in luoghi particolarmente simbolici – sono dilagati anche in altre zone della Capitale, dove alcune fontanelle sono state coperte con uno scatolone recante la scritta: “Insert coin: un euro”.

 

“È prevedibile che ci siano associazioni che si indignano e che promuovono manifestazioni di piazza contro la privatizzazione dell’acqua”, ha commentato Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti. “Di questo passo – continua – non mi sorprenderei se estendessero la proposta anche all’aria. È ovvio che la cittadinanza deve farsi sentire – conclude il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro – perché quello idrico è un bene inestimabile della collettività che va tutelato e difeso”.

Fa causa a tabaccaio che non giocò 6 da 37 milioni, il parere di Varanini

Il viceresponsabile per la Tutela dei Consumatori dell’Italia dei Diritti: “Auspico che la magistratura dirima il caso nel migliore dei modi”


Roma – “Le scommesse sui giochi che sono monopolio di Stato necessitano di regole più severe. L’ente promotore dovrebbe prevedere anche un fondo garanzia nei casi in cui si verifichi un impedimento tecnico del sistema, e quindi teso a tutelare i consumatori”. Lo ha detto il viceresponsabile per la Tutela dei Consumatori dell’Italia dei Diritti, Emiliano Varanini, a proposito della mancata vincita di 37 milioni di euro al Superenalotto, avvenuta a Venezia nel novembre del 2008, di cui è stato vittima un operaio, poiché il tabaccaio della ricevitoria non ha potuto vidimare la schedina a causa di un guasto tecnico della macchinetta obliteratrice. In questi giorni lo sfortunato giocatore ha citato per danni il gestore del bar, reo di un ‘contratto di mandato non rispettato’, depositando in tribunale l’atto introduttivo del giudizio, la cui prima udienza è già stata fissata per il prossimo 10 giugno.

 

Varanini si augura che “la vicenda sia sottoposta al vaglio della magistratura che dovrà giudicare le responsabilità del tabaccaio. Io – aggiunge poi l’esponente del movimento fondato e presieduto da Antonello De Pierro – prevedo una percentuale di colpe parziale, e non totale, a carico del gestore della ricevitoria, che avrebbe dovuto controllare l’efficienza dei macchinari a sua disposizione”.

Avvocato radiato favorisce clandestini a Bergamo, la Scoleri allarmata

La responsabile provinciale dell’Italia dei Diritti: “Quelli legati all’immigrazione sono reati in crescita continua”

 

Milano – “La fitta rete di reati legati agli immigrati clandestini è in continua crescita”. Così Francesca Scoleri, responsabile per la Provincia di Bergamo dell’Italia dei Diritti, commenta l’operazione della squadra mobile della Questura locale che ha portato all’arresto di un ex avvocato radiato dall’albo e di quattro cittadini extracomunitari per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Nel covo della banda, oltre a carte d’identità false e timbri contraffatti, è stata sequestrata un’ingente quantità di materiale cartaceo atto a favorire l’ottenimento dei permessi di soggiorno.

“Non possiamo non prendere atto di come questa sia una realtà sotterranea che avanza sgomitando fra la legalità e la legittimità – spiega la Scoleri –. Purtroppo gli immigrati si ritrovano a finire più facilmente in tali reti di malaffare che nell'accoglienza solidale dei cittadini italiani, soprattutto in terre "leghiste" per definizione. Si pensi bene – invita la rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro – al ruolo di vittima e di carnefice”.

Commissione sementi boccia mais Ogm, Marinelli d’accordo

Il responsabile per la Tutela dei Consumatori dell’Italia dei Diritti: “Gli Ogm possono andar bene nelle sterminate praterie statunitensi, ma non certo in un paesino lungo e stretto come l’Italia che nell’arco di 50 km presenta già diverse varietà di prodotti”


Roma – “A quanto pare non tutti i Troiani sono scemi, e quindi qualcuno per fortuna ha scoperto il trucco del cavallo degli Achei: i doni regalati dall’industria hi-tech, ovvero maggiore resistenza alle erbe infettanti, pesticidi e così via, non convincono soprattutto perché se confrontiamo i vecchi vantaggi, tutti da dimostrare, con i rischi connessi, il classico bilancio costi-benefici va a carte quarantotto”. Sceglie la via dell’ironia, Vittorio Marinelli, responsabile per la Tutela dei Consumatori dell’Italia dei Diritti, esprimendo il suo giudizio sulla decisione assunta dalla Commissione sementi geneticamente modificate di negare l’autorizzazione alla domanda di iscrizione al registro di un mais Ogm. Tale decisione rispecchia sia la posizione del ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Luca Zaia, sia il volere della Cia-Confederazione italiana agricoltori, da sempre fortemente contraria alle colture biotech.

 

“Non è superfluo ricordare – spiega Marinelli – come il principio precauzionale induce a passare dalla sperimentazione alla produzione solo quando esistono evidenze scientifiche difficilmente confutabili: nel caso di interventi sul Dna degli organismi le ripercussioni potranno essere valutate soltanto dopo generazioni e generazioni. Sono recenti episodi di cronaca che dimostrano come la contaminazione pestilenziale delle coltivazioni nel nostro Paese sia un serio rischio. Gli Ogm possono andar bene nelle sterminate praterie statunitensi, nelle pampas argentine o negli ampi territori canadesi, ma non certo in un paesino lungo e stretto come l’Italia che nell’arco di 50 km presenta già diverse varietà di broccoletti, fagioli, fagiolini, fave, ceci e cavoli.  Pertanto – chiude sarcastico il rappresentante del movimento guidato da Antonello De Pierro – sembra che su questa scelta si possa essere tutti ottimisti in quanto, siccome spesso si dice che i politici non capiscono un cavolo, nel caso specifico il ministro leghista, da agronomo, il cavolo lo capisce”.

120 euro ai medici per richiesta di invalidità civile, Muratore shockata

La viceresponsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti: “Una vera e propria bestialità si sta perpetrando a scapito dei cittadini più indifesi”

 

 

Genova – “È un oltraggio che lede profondamente il diritto degli uomini, così facendo si va a colpire quella categoria di persone più deboli ed inermi di fronte a tali soprusi, gli  invalidi, già chiamati nell’arco della loro esistenza a colmare il gap generato dalla convivenza con la propria inabilità, ora costretti a subire anche l’ennesima ingiustizia. I medici che chiedono tali cifre ai propri pazienti dovrebbero vergognarsi, considerando che il tempo necessario per compilare e inviare una domanda on-line all’Inps è di venti minuti”.

 

Così tuona Patrizia Muratore, viceresponsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti, all’indomani della denuncia da parte dell’Uilp, il sindacato pensionati della Uil, che segnala come negli ultimi mesi molti genovesi abbiano dovuto pagare ai relativi medici fino a 120 euro per la compilazione dei certificati di invalidità civile da inviare all’Inps.

 

 

“I cittadini dovrebbero essere facilitati nell’ambito dello svolgimento delle funzioni amministrative, aiutati magari da appositi impiegati – sottolinea l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – invece come al solito sono costretti a rimetterci, rivolgendosi a medici senza scrupoli che chiedono ai pazienti una parcella da visita specialistica per la semplice compilazione di un modulo. È un’ingiustizia intollerabile”.

Caporale approva obbligo di ricovero per la Ru486

Il responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti: “È stato appurato che il farmaco non reca danni alla paziente ma condivido la scelta del Consiglio Superiore di Sanità”

 

Roma – Dopo essere stata approvata dall’Agenzia Italiana del Farmaco il 31 luglio 2009, la Ru486 torna a far parlare di sé. Il Consiglio Superiore di Sanità ha infatti diffuso un nuovo parere sulla pillola abortiva prodotta dalla francese Exelgin, sicura – secondo l’organismo sanitario – solo con procedura di ricovero ordinaria, dunque con degenza in ospedale fino all’espulsione del feto. Nelle prossime settimane il medicinale arriverà in Italia e con esso le linee guida per il monitoraggio e la valutazione del relativo uso.

 

“L’aborto in Italia è regolamentato da decenni dalla legge ed è giusto che il legislatore ponga dei limiti”, ha dichiarato Manlio Caporale, responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti. “Se il legislatore decide che per garantire un percorso che dia piena sicurezza è necessario il ricovero ordinario – spiega Caporale – questo va rispettato. È appurato che il medicinale non danneggia la paziente, quindi si può assumere in tranquillità, ma condivido la scelta del Consiglio Superiore di Sanità anche perché, visto che non c’è più neanche il bisogno di passare attraverso i consultori, almeno il ricovero può essere un deterrente verso tutte quelle ragazze che avrebbero potuto abortire di nascosto dai genitori. Benvenga dunque – conclude il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro – una misura che garantisca la sicurezza totale delle pazienti”.

Firmate le ordinanze su via Padova a Milano, l’opinione di Ragone

Il viceresponsabile milanese dell’Italia dei Diritti: “Le ordinanze del sindaco arrivano tardi e risolvono solo in parte i problemi”

 

 

Milano – “Milano avrebbe dovuto seguire gli esempi di città come Berlino e Barcellona, dove i locali notturni sono localizzati in quartieri appositi, senza abitazioni negli immediati dintorni e con un controllo oculato della polizia. Stabilire ora una sorta di coprifuoco, e limitare il lavoro dei commercianti che hanno ottenuto una regolare licenza mi pare fuori luogo”.

 

Con queste parole il viceresponsabile milanese dell’Italia dei Diritti, Luca Ragone, commenta la firma da parte del sindaco di Milano, Letizia Moratti, delle due ordinanze che regoleranno sino al 31 luglio prossimo la vita nella zona multietnica del capoluogo lombardo con l'obiettivo di ridurre gli assembramenti serali e notturni. Nel primo provvedimento i proprietari di immobili sono obbligati a presentare, entro trenta giorni, alla polizia locale  un’autocertificazione con i dati della locazione. Stessa cosa dovranno fare gli inquilini. Agli amministratori viene richiesto di segnalare qualsiasi irregolarità. La mancata segnalazione da parte di quest’ultimi verrà sanzionata con una multa di 450 euro .

La seconda ordinanza colpisce invece la vita di strada, riducendo gli orari di apertura e chiusura di locali notturni, centri massaggi, phone center e negozi di vendita al dettaglio. 

 

 

“Approvo la decisione di effettuare maggiori controlli su inquilini e proprietari di casa – sottolinea l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro –  tuttavia alcune scelte determinanti su via Padova dovevano essere prese in tempi non sospetti”.

Clinica clandestina per aborti a Rovigo, per Zagbla frutto della Bossi-Fini

Il responsabile per il Veneto dell’Italia dei Diritti: “Chi era regolare e ha perso il lavoro per il fallimento delle aziende diventa clandestino. Questo incentiva il ricorso a strutture sanitarie improvvisate”

 

Venezia – E’ stata denunciata per esercizio abusivo della professione medica, procurato aborto e ricettazione Defei Hu, la donna cinese che praticava interventi clandestini – per la maggior parte interruzioni di gravidanza – in un appartamento del centro di Rovigo adibito ad ambulatorio. L'indagine, partita dal ritrovamento di un volantino durante il controllo di laboratori e attività commerciali gestiti da extracomunitari, ha visto la collaborazione di una cittadina cinese, che si è finta una potenziale paziente della clinica e ha fissato un appuntamento. Disposta la perquisizione, gli uomini della polizia hanno colto sul fatto la gestrice della struttura abusiva mentre visitava tre connazionali, di cui un bambino, su un tavolino adibito a lettino medico.

“Di fronte all’ennesima scoperta di cliniche clandestine non posso non notare come tutto ciò sia frutto di una legge dello Stato”, ha commentato Emmanuel Zagbla, responsabile per il Veneto dell’Italia dei Diritti. “La Bossi-Fini – spiega il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro – ha creato una situazione per cui anche gli stranieri regolari, nel momento in cui si trovano a perdere il lavoro, diventano come per magia clandestini. Questo genera l’impossibilità di recarsi in un ospedale pubblico, dal momento che si potrebbe venire denunciati, e di conseguenza il ricorso a strutture incontrollate e incontrollabili per trovare assistenza sanitaria, a rischio della propria salute. Per ovviare a queste problematiche – continua Zagbla – bisogna quantoprima attuare una revisione totale del sistema del permesso di soggiorno adeguandolo al clima di instabilità lavorativa di questo periodo di crisi. E’ impensabile – conclude – che chi perde il lavoro diventi un clandestino al fallimento dell’impresa per cui ha prestato la propria opera magari per anni”.

Operazione dei carabinieri contro la ‘Ndrangheta, la Aroi commenta

La responsabile dell’Italia dei Diritti per la Calabria: “La criminalità organizzata nella nostra regione è un fenomeno importante da contrastare”

 

 

 

Catanzaro – “Ancora una volta siamo di fronte ad un fenomeno importante che si manifesta nel cuore di una città dal carattere mafioso. L’esistenza di questa Cosca è però da confermare o smentire, siamo in una fase prematura per dire se esiste veramente”.  Queste le prime parole di Pamela Aroi, responsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti, circa l’arresto di sei persone e sette avvisi di garanzia per omicidio contro la ‘ndrangheta nell’ambito di un’indagine condotta dai Carabinieri di Reggio Calabria. Le accuse nei confronti delle 13 persone coinvolte, ritenute esponenti del clan Ursino, sono associazione di stampo mafioso, omicidio, estorsioni, traffico di droga e trasferimento fraudolento di valori. “In questo caso si aggredisce il patrimonio economico, impossessandosi di beni materiali che consentono di delinquere, si deve perciò intervenire con attività collaterali di indagini -. chiosa l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – Il contrasto alla ‘ndrangheta si fa sempre più intenso soprattutto quando si cerca di contrastare quella criminalità organizzata che in materia di estorsioni e intimidazioni dimostra di essere un gruppo talmente forte da non rendere la comparazione con la criminalità individuale”.

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