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Vessazioni in un call center alla Spezia, l’intervento di Ferraioli

Il responsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti: “Il lavoro è un diritto sancito dalla nostra Costituzione e come tale deve essere trattato, per questo non può e non deve essere utilizzato come strumento di ricatto”

Genova - Ennesimo episodio di sfruttamento sul lavoro, che ha visto come protagonisti 168 giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni, i quali in forza di un contratto a progetto hanno prestato il proprio lavoro per quattro anni consecutivi presso un call center ubicato nel centro cittadino della Spezia. Dall’accertamento effettuato dagli ispettori del lavoro è emerso che non solo alle operatrici andava riconosciuto l'inquadramento da dipendenti mentre invece erano state assunte con un contratto penalizzante rispetto alle prestazioni erogate, ma altresì che le stesse erano sottoposte a numerose umiliazioni derivanti dai ripetuti richiami davanti alle colleghe e dall’affissione settimanale di una classifica con i risultati raggiunti da ogni operatrice. Un clima fortemente oppressivo, fatto di continui controlli e frequenti minacce di licenziamento, che ha portato la Direzione Territoriale del Lavoro a emettere una maxi sanzione nei confronti dell’azienda sfruttatrice.

Maurizio Ferraioli, responsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti, intervenendo sulla vicenda ha voluto perciò innanzitutto ringraziare “la Direzione Territoriale del Lavoro, in particolare il responsabile Riccardo Spello, per l’esemplare attività che quotidianamente svolge sul territorio a tutela della sicurezza dei lavoratori. I funzionari dell’Ispettorato del Lavoro della Spezia esercitano con puntualità e diligenza — dice l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro — controlli e verifiche sulle diverse realtà aziendali locali al fine di accertare eventuali violazioni in materia lavorativa. Pertanto alla luce di quanto è emerso dalle verifiche svolte sulla società in questione, che peraltro è tutt’oggi operante, noi come movimento auspichiamo che la magistratura del lavoro, cui saranno trasmessi gli atti, dia luogo agli opportuni contraddittori e faccia ulteriormente chiarezza e luce su quanto realmente successo così da poter appurare come si siano svolti i fatti e le eventuali responsabilità delle persone coinvolte nelle indagini. E’ importante che sia riportata un po’ di serenità e dignità anche in questo settore lavorativo, che vede spesso le lavoratrici sprovviste di ogni forma di tutela contrattuale e costrette a turnazioni stressanti. L’Italia dei Diritti si è sempre schierata dalla parte dei lavoratori e lo è ancor di più oggi visto che il lungo periodo di crisi economica attraversato dall’Italia ha determinato uno stato di sudditanza, per cui gli italiani e le italiane pur di conservare il posto di lavoro, o al fine di trovarne uno, accettano contratti al ribasso altamente penalizzanti. Il lavoro è un diritto sancito dalla nostra Costituzione e come tale deve essere trattato, per questo non può e non deve essere utilizzato come strumento di ricatto”.

Ferraioli ha voluto, altresì, ricordare quelle società virtuose che pur  operanti nello stesso settore “hanno assunto a tempo indeterminato i propri dipendenti e sono riusciti, pur essendo realtà locali molto grandi, a intessere dei veri e propri rapporti ‘familiari’ tra titolari e dipendenti”.

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