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Si suicida in carcere e gli agenti lo insultano, il commento di Sirchi

Il responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti: “I contenuti gratuiti, denigratori ed ironici espressi da alcuni appartenenti al corpo di polizia penitenziaria su facebook non sono per nulla accettabili, atteso che il rispetto della dignità e dei diritti dei detenuti (chiunque essi siano), rappresenta un valore irrinunciabile per il nostro stato di diritto”

Roma - A seguito del suicidio di un 39enne romeno nel carcere di Opera, dove scontava dal 2013 una condanna all’ergastolo per l’omicidio di un vicino di casa, alcuni agenti della Polizia Penitenziaria si sono resi autori di alcuni commenti agghiaccianti, ‘Meno uno’, ‘Un rumeno in meno’, ‘Consiglio di mettere a disposizione più corde e sapone…’. Queste le frasi, poi successivamente rimosse, pubblicate sulla pagina facebook del sindacato di categoria Alsippe. Sulla vicenda è stata avviata una inchiesta interna, avverso gli agenti sono stati presi 16 provvedimenti cautelari di sospensione firmati dal capo del Dap (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria) Santi Consolo, che ha altresì annunciato di aver concordato con il direttore del personale anche l’avvio del procedimento disciplinare.

Massimiliano Sirchi, responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti, ha così commentato l’accaduto: “Il grave episodio recentemente verificatosi in seguito al suicidio di un detenuto romeno nel carcere di Opera a Milano deve essere stigmatizzato con forza, in quanto evidenzia la scarsa cultura giuridica e la poca sensibilità morale per la vita altrui. E' bene ricordare che il nostro ordinamento prevede che la pena abbia finalità rieducativa, per il reinserimento sociale del condannato. In tal senso, è auspicabile un radicale ripensamento della pena dell'ergastolo che si pone in netto contrasto con l'art. 27 della Costituzione repubblicana. Oltre a ciò i contenuti gratuiti, denigratori ed ironici espressi da alcuni appartenenti al corpo di polizia penitenziaria su facebook non sono per nulla accettabili, atteso che il rispetto della dignità e dei diritti dei detenuti (chiunque essi siano), rappresenta un valore irrinunciabile per il nostro stato di diritto. Bene ha fatto pertanto il ministro Orlando a convocare il responsabile del Dap e a chiedere che si faccia piena luce sullo spiacevole episodio per accertare le eventuali responsabilità disciplinari dei singoli, i cui ‘stravaganti commenti’ non possono, certo, pregiudicare l'attività di tanti altri loro colleghi che ogni giorno, in circostanze non certo ottimali, svolgono con impegno e dedizione il proprio lavoro”.

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