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Ricorso alla Consulta per legge Brunetta, il parere di Guazzi

Il viceresponsabile per la Pubblica Amministrazione dell’Italia dei Diritti: “Molti dipendenti pubblici sono stati assunti seguendo logiche clientelari, facendo così gravare questo fardello sulle spalle di chi ha lavorato e lavora seriamente”

 

Roma –  A Livorno un giudice del lavoro ha sollevato con un’ordinanza la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 71 della legge 133/2008, la cosiddetta legge Brunetta, che prevede una decurtazione dello stipendio per i primi dieci giorni di malattia per i dipendenti pubblici.

 

“E’ una questione molto spinosa – osserva Andrea Guazzi, viceresponsabile per la Pubblica Amministrazione dell’Italia dei Diritti -. Tutti conosciamo la storica propensione di una fetta di lavoratori statali ad astenersi per lunghi periodi dal posto di lavoro. Sia nella prima che nella seconda Repubblica, molte persone sono state assunte seguendo logiche clientelari, facendo così gravare questo fardello sulle spalle di chi ha lavorato e lavora seriamente”.

 

La norma, secondo il giudice, sarebbe incostituzionale in ragione degli articoli 3,32,36 e 38 della Costituzione. Nell’ordinanza viene sottolineato che si creerebbe di fatto un abbassamento della tutela della salute del lavoratore, che spinto dalle necessità economiche, viene di fatto indotto a lavorare aggravando il proprio stato di malattia.

 

“Come sempre – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – si cerca di risolvere problemi reali in maniera grossolana. Se da un lato sussiste l’illegittimità della norma, dall’altro non è ancora saltato fuori qualcuno che si assumesse la responsabilità di fare in modo che venisse distinto chi è veramente malato dai fannulloni”.

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