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Asili nido come pollai nel Lazio, dura reazione della Martino

  La responsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti: “Si favorisce la scuola privata a discapito di quella statale, mettendo così in discussione tutta l’efficienza del servizio pubblico”

 

 

Roma –  La nuova norma regionale che ha innalzato il rapporto educatrici/bambini 1 a 7 e ridotto a 6 metri quadrati lo spazio per alunno è al centro di numerose polemiche, prima tra tutti la voce dei genitori dei bambini.

 

“Ci sono problematiche, nel Lazio come nel resto d’Italia, che andrebbero affrontate con riforme ed interventi strutturali piuttosto che con provvedimenti di questo tipo – sottolinea Annalisa Martino, responsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti -. La radice del problema dei ‘nidi-pollaio’ è imputabile alla questione irrisolta dell’edilizia scolastica, per esempio”.

 

Contro la linea politica intrapresa dal governo verso il mondo della scuola pubblica, le proteste di genitori, insegnanti, personale Ata non si placano, anzi si intensificano all’avvicinarsi della nuova stagione scolastica.

 

“Si favorisce la scuola privata a discapito di quella statale, mettendo così in discussione tutta l’efficienza del servizio pubblico – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -. Tra l’altro sono stati tagliati ingenti fondi per le scuole pubbliche mentre venivano finanziati istituti privati, per i quali non c’è neanche una minima sovvenzione per chi decide di iscriversi. Basti pensare ad una recente circolare ministeriale che prevede l’obbligo di sorveglianza dell’alunno quando deve andare in bagno, qualora non ci siano bidelli disponibili, cosa molto probabile dopo la drastica riduzione di personale Ata voluta dal governo. L’insegnante si ritrova sempre più caricato di responsabilità e compiti, con un numero maggiore di bambini da custodire in spazi limitati” conclude la Martino.

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